Ultimi ritocchi prima di ridare luce al busto argenteo di San Cataldo, patrono della Città di Corato. Le riflessioni dei ragazzi del Liceo Classico “Oriani – Tandoi” per un percorso fortemente condiviso dall’azienda Granoro.

“Opera aperta”, la parola agli studenti protagonisti del cantiere didattico per il restauro del busto di San Cataldo

L’intero costo del restauro, opera simbolo della storia della Città di Corato occasione altamente formativa per gli studenti del Liceo Classico “Oriani - Tandoi” è stato sostenuto dall’azienda Granoro.

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Manca ormai poco alla conclusione del Cantiere Didattico “Opera Aperta” finalizzato al restauro del busto argenteo di San Cataldo, patrono della Città di Corato.

Il percorso, partito a novembre e mirato ad accrescere e potenziare l’esperienza didattica degli studenti dell’Indirizzo di Beni Culturali e i partecipanti alla seconda annualità dell’Alternanza Scuola- Lavoro del Liceo Classico “Oriani – Tandoi” di Corato è stata un’occasione irripetibile per permettere ai ragazzi di essere parte attiva di un progetto di restauro estremamente delicato che fornirà l’opportunità di effettuare un ricco assaggio pratico degli studi intrapresi.

Il restauro è stato affidato allo Studio D’Arte e Restauro Iaccarino & Zingaro, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ai Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Puglia.

L’intero costo del restauro, opera simbolo della storia della Città di Corato occasione altamente formativa per gli studenti del Liceo Classico “Oriani – Tandoi” è stato sostenuto dall’azienda Granoro.

“Gli studenti hanno lavorato fino a pochi giorni dalle vacanze natalizie – spiega la Prof.ssa Chiara Capozza docente tutor e facilitatore nell’organizzazione del cantiere-scuola – alla pulitura di tutta la superficie della statua. Attualmente alcuni elementi in oro della statua che non è stato possibile pulire nel cantiere, sono a Napoli sotto le attente mani degli argentieri napoletani che restituiranno alla statua l’antico splendore e il recupero di tutte le parti (viti, perni) che nel tempo sono andate perdute e sostituite con materiale non idoneo. La statua è ormai quasi pronta: i ragazzi a breve parteciperanno e saranno coinvolti nell’assemblaggio e ricomposizione degli elementi della statua per poi concludere l’opera. Contestualmente al termine del cantiere i ragazzi pubblicheranno un quaderno in cui sarà documentato tutto il percorso: la ricerca storica, le fasi del restauro, materiale foto, video ecc. Fondamentale per questo percorso la collaborazione del personale del museo: Marilena Torelli, Maria Pia Sardano, Linda Spadola, Francesca Casamassima e Luisa Tarantini che ringraziamo perché senza la loro preziosa collaborazione l’esperienza nel museo non sarebbe stata così positiva”.

Voce ai protagonisti più giovani del cantiere: gli studenti, parte attiva di un viaggio che volge a conclusione alla scoperta dell’arte e dei suoi segreti più profondi. Per molti non si tratta della prima esperienza con opere d’arte di pubblico dominio: “Abbiamo già avuto precedenti esperienze con alcune tele della Cattedrale di Andria – spiegano le studentesse Sonia Balducci, Adriana Latti, Vanessa Loiodice, Giulia Saragaglia, Michela Campanale, Viviana D’Introno – e con alcuni mobili dell’ottocento. L’anno scorso abbiamo effettuato 80 ore di restauro in laboratorio ma non avevamo mai avuto un’esperienza con un’opera d’arte così importante per la Città di Corato. Fin da piccole abbiamo sempre venerato la statua del patrono della nostra Città ed è stata una fortuna aver potuto contribuire al suo restauro. Questa esperienza ci ha aiutato perché ci ha fornito un’idea in più su cosa significa restaurare le opere d’arte e che tipo di legame si instaura tra restauratore e opera. Per seguire il restauro oltre che lavorare nel museo ci siamo anche spostate ad Andria e tutto questo ci ha responsabilizzato come se stessimo svolgendo un vero e proprio lavoro. Grazie a questa esperienza abbiamo acquisito padronanza e maggiore chiarezza sulle nostre predisposizioni future”.

Un perfetto binomio tra arte ed istruzione che consegna un primato indiscusso per il Liceo Classico “Oriani – Tandoi” nel percorso formativo dell’alternanza scuola-lavoro. Un percorso che può costituire un prezioso esempio per altre realtà del nostro territorio.

“Nella nostra terra abbiamo una miriade di opere d’arte – continuano le studentesse – molte delle quali non valorizzate proprio perché in uno stato di conservazione non idoneo. Solo per il numero di opere d’arte bisognose di restauro, in Italia non ci dovrebbe essere crisi e mancanza di lavoro”.

Durante le giornate trascorse al museo non sono mancati i momenti che hanno fatto sorridere gli studenti e i restauratori, ma soprattutto che hanno sempre più rafforzato un rapporto inconsueto diventato giorno dopo giorno più vero: “Un giorno abbiamo temuto il peggio con gli acidi utilizzati per la pulitura – scherzano le studentesse – ma a parte gli scherzi il nostro rapporto con i Restauratori dello studio Iaccarino & Zingaro è cresciuto giorno dopo giorno nella reciproca stima e fiducia. A loro è stata affidato un lavoro di grande responsabilità e nonostante questo non ci hanno mai sottovalutati, ma al contrario supportati trasmettendoci in maniera semplice ed efficace le tecniche che poi abbiamo messo in pratica durante il restauro. Il nostro rapporto con loro, siamo certi, andrà avanti anche una volta terminato il restauro”.

L’originalità del progetto messo in atto dal Liceo Classico coratino è sicuramente innovativo nel campo dello studio dell’arte. Ben più clamore mediatico ha suscitato un percorso simile presentato al Tg1 negli scorsi giorni dal Liceo Mamiani di Roma; ma dal Liceo Classico “Oriani – Tandoi” assicurano che questi percorsi hanno preso vita a Corato già dal 1992.

“E’ stato un progetto bellissimo – conclude la preside Prof.ssa Angela Adduci – che portiamo a compimento nelle prossime settimane presentando il busto alla cittadinanza e restituendolo nel suo nuovo splendore alla Chiesa Matrice. In un momento socio-economico particolare è sempre più difficile trovare partner privati che abbiano come unico fine quello di sostenere il Territorio e valorizzare i giovani che lo vivono. Per questo emerge con forza il ruolo fondamentale e altamente meritorio dell’azienda Granoro che, sponsorizzando da sola tale cantiere didattico, ha evitato alla scuola il difficile compito di reperire altri Sponsor disponibili a partecipare a questo progetto ed ha reso possibile la realizzazione di questa esperienza molto qualificante per gli alunni e i documenti”.